L’arte multiforme di Mathilde Lanoë
- Giovanna Catanzaro
- 5 mag 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 24 giu 2022
Da quasi 9 anni Mathilde vive a Sevilla. La sua formazione presso Institut d’Arts Visuels d’Orléans (Francia) è stata solo il primo passo verso un lungo percorso artistico multiforme.

Anche la tua passione per la danza africana si colloca nel tuo percorso creativo.
Esattamente. Dopo aver terminato gli studi accademici, mi iscrissi ad un corso di danza africana. Finalmente ebbi la sensazione di poter sfogare quell’energia che avevo accumulato fino a quel momento, un’energia che presto canalizzai nel disegno. Fu una necessità innanzitutto fisica, per questo utilizzai dei formati molto grandi (la carta da imballaggio, ad esempio). Mentre ritraevo a grandezza naturale i compagni del corso di danza africana, provavo le loro stesse sensazioni: trasponevo in colori quei giochi di tensione, di equilibrio e disequilibrio, che io stessa potevo sentire durante le lezioni
Interessante!
Effettivamente i tuoi dipinti che raffigurano bailaores de flamenco espressano incredibilmente il senso del movimento. Sevilla ti ha ispirato molto verso la scelta di questi soggetti?

Bhè, diciamo che arrivò un momento in cui avevo bisogno di una fonte di guadagno aggiuntiva e trovai ispirazione in tutto ciò che faceva parte di me, dentro e fuori: questa città, la cultura locale, il turismo, il movimento… Tutto questo mi portò a un’unica cosa: il flamenco. E fu così che iniziai a vendere i dipinti raffiguranti i bailaores flamencos come se fossero churros.
Chi li conosce si starà leccando i baffi! (so babeando)
Fortunatamente per i miei fianchi, conosco meglio le tue creazioni flamenche.
Tra le tue creazioni figurano anche gli animali acquatici.
Sì! Volevo richiamare l’attenzione alla coesistenza di molte specie del nostro pianeta. Inoltre, il mare è una parte importante della mia vita (il mio paese d’origine è una località costiera).

Con gli animali acquatici ti sei avvicinata allo stile delle tue ultime creazioni (stupende).
Grazie. Con la situazione legata al Covid sono entrata in una nuova tappa creativa che rappresenta per me un’autentica novità: quel modo di dipingere tenendo il corpo in tensione e quella spontaneità dell’esecuzione è stato sostituito dalla concentrazione e dalla pazienza, e questo si è riflesso in un cambio di stile risultando adesso più geometrico e puntinista.
Oggi dedico i miei disegni architettonici ad attività iconiche che, fino a poco tempo fa, hanno ruotato intorno alla Alameda de Hércules (che è il quartiere in cui vivo).

Disegni di attività commerciali che hai stampato creando questa nuova linea di borse e zainetti. Mi sembra una maniera davvero bella di ricordarle.
Ricordarle e, in un certo modo, essere nostalgica di qualcosa di bello che non ho vissuto molto essendo arrivata “tardi”.
Al momento, servendomi della serigrafia per tessuti, ho adattato due illustrazioni: una è quella del Multicines Alameda per le tote bag in cotone, l’altra è la Sfera Climatica dell’Expo ‘92 per i zainetti di tela. Ho deciso di iniziare con queste perché rappresentano due simboli della storia e della vita culturale di Sevilla.
Che figo questo progetto, Mathy!
Resto in attesa di tue novità. Buona fortuna per tutto!
Grazie, anche a te!
ps: ecco qui ⏬ una brevissima immersione tra le bailaoras di Mathilde *-*
pps: ho parlato di "bailaores de flamenco" - espressione ad ogni modo corretta - affinché il tema in questione fosse immediatamente chiaro a tutti. In realtà, in spagnolo, la parola 'danzatore' è designata dal termine 'bailarín', mentre con 'bailor' o 'bailaora' si intendono, in maniera specifica, i danzatori di flamenco.
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