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  • Terry Parisi, in arte mademoiselle T.

    Terry personalizza t-shirt, shopping bag e i più disparati complementi d’arredo. Nel processo creativo, le individualità dell’artista e del committente dialogano, si uniscono e danno vita a un pezzo unico, colorato e in cotone. L’acquirente, tramite l’artista, esprime il proprio sé, ed è importante che nelle creazioni di mademoiselle T. ritrovi sé stesso, perché gli oggetti non sono solo oggetti. mademoiselle T alle prese con Audrey Hepburn :) Se ti chiedessi di riassumere la customizzazione in poche parole…? Direi tanta calma e pazienza tra ideazione, esecuzione del dipinto e 48h tra asciugatura e fissaggio.  Teste di Moro si completano a vicenda su tovagliette in puro cotone E il lavaggio, che è un “tema delicato”.  Io preferisco lavarli a mano, ma i colori che uso resistono benissimo ai lavaggi in lavatrice e persino ai 90° (l’ho scoperto per sbaglio!).  In generale, mi piace prendermi cura dei capi delicati. È il riflesso del tempo che ora dedico a me stessa e alla customizzazione , in contrapposizione con i ritmi frenetici a cui ero abituata prima della nascita di mademoiselle T.  Ci vuole anche la musica giusta. Assolutamente. Ogni capo realizzato è legato a una canzone, e per me è importante almeno quanto la comunicazione con il committente. Dal dialogo tra le nostre individualità nasce  un pezzo unico . Pezzi unici che alcuni acquirenti decidono di non usare per “salvaguardarli”. Io preferisco che le mie creazioni facciano parte della loro quotidianità.  In generale, penso che la casa, i complementi d’arredo e quello che indossiamo siano un po’ “un’estensione dell'io”. Sono anche una progettista olistica, e penso che tutto, nelle nostre case, dovrebbe parlare di noi. Lampada customizzata da mademoiselle T. Anche la lampada che hai realizzato di recente segue questo principio.  La lampada riflette i contrasti caratteriali degli acquirenti: i colori caldi e freddi dialogano come le loro personalità. Mi piacerebbe realizzarne altre. La lampada mi sembra un elemento d’arredo importantissimo: riscalda, accoglie, avvolge gli angoli degli ambienti e dice molto della casa in cui è inserita.  La personalizzazione è anche per bambini.  Certo. Realizzando delle federe per le mie nipotine, ad esempio, ho osservato un po’ le loro propensioni e i loro gusti. Quindi ho scelto il tema del bosco per Carolina (10 anni) che ama la natura, e un tema marino per Eleonora (6 anni) a cui piace molto La Sirenetta . In un tuo post, leggo: “Giallo come l'oro del grano, celeste come il mare e il cielo, rosso come i papaveri”. Ho voluto omaggiare i colori della mia terra d’origine con un’illustrazione digitale. L’ho incorniciata per portarla con me, in qualsiasi angolo del mondo. Into the wild Apulia - Illustrazione digitale adattata in formato quadretto per The Puglieser Scorgo le tue origini e anche un tocco di Oriente. Mi piacciono molto quei motivi grafici che ho visto su una shopper bag. Mi ricordano certe stampe giapponesi. Quei motivi grafici sono legati a una sorta di rituale in cui la ripetizione dello stesso pattern (e quindi del gesto) mi calma, mi radica. Dipingendo un regalo per gli altri, ne faccio uno a me stessa.  Noto anche la coppia di ideogrammi ‘měilì’. Significa ‘bellezza’, un concetto legato alla nascita di mademoiselle T. Per l’esattezza, mi riferisco al bello su misura , cioè alla possibilità di scegliere forme e colori per sé stessi.  Penso che il bello  sia un toccasana per gli occhi e per l'anima di chi guarda. Come esseri umani, abbiamo bisogno di provare questa sensazione di benessere. "La bellezza salverà il mondo", diceva Dostoevskij, e io ne sono sempre più convinta. Ideogramma cinese 'ài' ('amore') su una federa per adulti 50X80, disponibili anche in formato baby 60x40. Scopri le ultime crezioni di mademoiselle T su Facebook  e Instagram ! ❤

  • La versatilità di Annalisa Cermignani e l’Arte concreta che trasforma gli spazi

    L’amore per il problem solving e l’idea che un ambiente possa diventare un’opera d’arte sono le due costanti dell’arte di Annalisa Cermignani. Sfogliando la sua brochure ti imbatti in lampade che ricordano rami intrecciati, bosoni di Higgs  che riformulano i confini degli spazi chiusi e statue composte da ombre, luci e panneggi. In pratica, un mix esplosivo nato in Brianza e pronto a detonare ovunque.  Impronte Eterne - Opera N. 14, pvc pannello luci led 2004 – fotografia e rielaborazione digitale - 60 x60 x 2,50cm Ti definisci artista e decoratrice .  Un’artista e decoratrice che ama il contesto. Decoratrice perché concepisco cose che si inseriranno in spazi ben precisi; ‘artista’, per via della mente creativa.  Creativa e colorata, direi.  Lo sono diventata col tempo. Alle elementari disegnavo solo in bianco e nero.  Bosone di Higgs – Light box SPENTO 120 x 30 cm –PVC - Residenza privata– Francavilla al Mare Italia - 2025 Davvero?! L’amore per la decorazione, invece…? È nato durante gli anni del liceo artistico, soprattutto con le lezioni di Arti Applicate, un concetto tipico dell’Art Nouveau per cui lo stesso stile di una tazzina deve poter essere riprodotto anche su un edificio o sulle superfici più disparate.  In seno alle Arti Applicate, mi sono sono concentrata sulla parte progettuale per trasformare ogni ambiente in un'opera d'arte. Poi sono arrivate anche le Arti Pittoriche, quindi lo studio del “tratto” che è durato per ben 2 anni, imparando che anche una sciocchezza, fatta in un certo modo, può risultare interessante.  Sfogliando la tua brochure, il naufragar m’è dolce  nella tua varietà di stili, tecniche e colori. Poi, certo, ho i miei preferiti, come i Bosoni di Higgs . In quei bosoni c’è tutto il mio amore per la luce. La sua interazione con le superfici pittoriche mi spinge a immaginare sempre nuove soluzioni, come quello delle mostre immersive.  Bosone di Higgs - Progettazione Design - Installazione immersiva di un corridoio con Led wall che cambia colore Oltre alla resa visiva dei tuoi lavori, i clienti apprezzano molto anche la chiarezza esplicativa (che non è roba da poco!). :D  Mi stupisce il fatto che ne siano colpiti. D’altronde, lo riconosco: se una parte di me ha la testa tra le nuvole, l’altra è la milanese imbruttita che va subito al sodo.  LOL! Parlando di “sodo”, so che hai un manager davvero speciale. Mio padre. Mi sta dando un’enorme mano, dall’impostazione della brochure  [link] all’organizzazione degli showroom, passando per Excel. Siamo un po’ una squadra e gliene sono davvero grata.   Impronte eterne - Installazione Light box con drappeggi e luci RGB per il party di S. Valentino – Sporting Club Monza Italia – Febbraio 2025 Installazione Light box con drappeggi e luci RGB per il party di S.Valentino – Sporting Club Monza Italia – Febbraio 2025 Pittura, scenografia, scultura… Le possibilità espressive che proponi sono davvero tante.  E sono alimentate dagli obiettivi e dalla condivisione.  Adoro distruggermi per le cose che faccio, amo fare e disfare. Ho i miei gremlin , in laboratorio, ma poi voglio che quelle creazioni vengano alla luce. Concepisco cose che si inseriranno in spazi ben precisi. Per me il contesto è la base da cui partire.

  • Leaf Thief: foglie e fiori da indossare

    Claudia Olivieri raccoglie, essicca e traspone fiori e foglie della vegetazione locale in accessori unici e irripetibili. L'artista: Claudia Olivieri alias Leaf Thief Tutto è iniziato da una forma di collezionismo. Solo in un secondo momento, circa sette mesi fa, ho inglobato fiori e foglie nella resina per confezionare alcuni regali da destinare ai miei amici. È grazie a loro se è nato il progetto Leaf Thief ; sono stati loro ad avermi incoraggiata. Per gli acquirenti è importante l’unicità dei tuoi accessori. Quasi sempre la resina accoglie fiori e foglie raccolti per celebrare una particolare ricorrenza, e questo ne accresce il valore affettivo. Mi è parso di capire che, il più delle volte, attingi dalle risorse della flora locale. Mi servo soprattutto di camomilla comune, margherita pratolina, Prospero autumnale , Asfodelo, Buglossa azzurra e fiore di carota ( Daucus carota , altrimenti noto come “Merletto della regina Anna"). Le foglie, invece, sono molto spesso di quercia, edera, ciliegio e pungitopo. Reperire il contenuto delle mie creazioni a due passi da casa mia e in forma totalmente gratuita mi permette non solo di richiamare l’attenzione sulle peculiarità del paesaggio in cui vivo (Le Murge, in Puglia), ma anche di mantenere accessibili i prezzi per i clienti e per me stessa, sperimentando nuove soluzioni a basso costo. Ed è stato proprio sperimentando che hai capito il rapporto tra i vari tipi di fiori e la resina in cui inglobarli. Ho scoperto, ad esempio, che la resina più comoda (ovvero quella che si solidifica all’istante tramite i raggi UV) è anche la più aggressiva, corrodendo i fiori particolarmente sottili come il papavero. Uso quasi sempre la resina epossidica: miscelando nel modo e con il dosaggio adeguato la resina base e l’indurente di cui è composta, creo quello strato vetrificato, lucido e trasparente su cui si basa lo spirito di Leaf Thief . Mi facevi cenno alla prospettiva retroilluminata. Tempo fa ho creato un’installazione per l’esame di decorazione (quando frequentavo l’Accademia delle Belle Arti). Mi ero resa conto che una foglia retroilluminata appare piuttosto diversa rispetto alla sua versione opaca: la possibilità di vederne le venature, altrimenti impercettibili, mi è sembrata legata al concetto della diversità. Una foglia, inserita in un contesto senza luce – come può essere, ad esempio, quello della teca – non ha la possibilità di mostrarsi al meglio. Forse la bellezza è ovunque, ma per riconoscerla, per vedere le cose sotto una luce diversa, c’è bisogno di “spostare” il proprio punto di vista assumendo una nuova angolazione. Una prospettiva che si è arricchita ulteriormente grazie a un libro. L’incredibile viaggio delle piante di Stefano Mancuso mi ha mostrato una serie di dati scientifici su una realtà che, sino a quel momento, avevo apprezzato solo dal punto di vista estetico. Il libro di Mancuso rende visibile la realtà “nascosta” delle piante svelando l’esistenza di un continuo interscambio di informazioni tra esseri che sono tutto fuorché inanimati e statici. Che meraviglia! Grazie per questa condivisione, Claudia . ❤️

  • Una chiacchierata sul calcio femminile con Fabio Petruzzella

    Fabio è un manager di calcio con certificazione FIGC come Team Manager. Segue le prestazioni sportive di Paula Myllyoja che è l’attuale portiere del Pink Bari e della nazionale finlandese. “I maschietti giocano a calcio, le femminucce con le bambole”. Siamo cresciuti a suon di stereotipi di genere. Per questo oggi ti chiedo: Fabio, illuminami sul calcio femminile. Qual è la differenza sostanziale che lo separa così tanto da quello maschile? La differenza più importante, secondo me, la si vede sul piano giuridico: contratti di tipo professionistico sono ad appannaggio del calcio maschile, mentre, per quello femminile, vengono stipulati solo contratti di tipo dilettantistico (le calciatrici non maturano contributi, solo per dirne una). Finalmente è passata una legge che, a partire dal 2022, introdurrà il professionismo anche nel calcio femminile. Dalla mia esperienza diretta nelle vesti di manager di una calciatrice professionista (Paula Myllyoja) posso garantirti che il loro percorso è costellato dalla stessa attività agonistica e dagli stessi sacrifici e impegni di una squadra maschile. Ti dirò di più: proprio in virtù del fatto che questo sport gli è stato negato per anni, il desiderio di dedicarsi ad esso è palpabile. Tra l'altro, negli ultimi anni, le prestazioni e i risultati della nazionale femminile sono abbastanza eloquenti: le azzurre sono arrivate ai quarti di finale. Olé ! Pensavo allo sviluppo della fisicità. Quando si è piccoli si può giocare insieme, no? Certo. Fino a dieci o quindici anni fa questa era la normalità, anche perché era abbastanza difficile trovare tante bambine che si avvicinassero al calcio in uno stesso posto. Poi, certo, arriva il momento in cui la fisicità maschile del diciottenne diventa evidentemente più forte rispetto a quella di una loro coetanea. Di lì nasce la necessità di allenarsi con persone del proprio sesso. Onoreficenza ai meriti sportivi a seguito della vittoria del campionato europeo di calcio con la nazionale italiana trapiantati e donatori Ho saputo che Cristiana Girelli è stata ospitata a Sanremo. Sì, e ne sono davvero contento, visto che lei è l’emblema dell’evoluzione del calcio femminile in Italia. Ospitandola, hanno dato voce ad un’evoluzione sociale e sportiva reale: le iscrizioni alle scuole calcio e ai nidi nell’ultimo bienno hanno visto un considerevole incremento. Queste informazioni non vengono mai divulgate abbastanza. È come se l'argomento vivesse ancora in un cono d'ombra mediatico. Pensa che, di recente, le azzurre si sono classificate agli europei, ma sulla prima pagina della Gazzetta dello Sport non ve n'era la minima traccia. Tuttavia ho scoperto con mia grande felicità che TIMvision ha prodotto una serie TV dedicata proprio al percorso delle calciatrici più rappresentative di ogni squadra di serie A. Si chiama Uniche. Mi è piaciuta molto e approfitto per consigliarla. Aspetto la svolta del 2022. Penso che con i cambiamenti nell'ambito della contrattualistica si compirà un notevole passo in avanti. Me lo auguro anch'io. Sperando di ricevere aggiornamenti positivi a tal riguardo, ti ringrazio per la condivisione, Fabio . A presto!

  • Enrica, tra accessori e bozzetti - I colori e le forme di Bijouterie5

    Enrica ha sempre avuto la mania di realizzare per sé accessori e vestiti altrimenti introvabili. Così una decina di anni fa ha iniziato a maneggiare pinze, pietre e passamaneria, dando vita ai suoi primi orecchini. Il mare, i fiori, i fichi d’India…le sue creazioni sono una finestra sul paesaggio in cui è cresciuta. L’essenza del suo stile? La leggerezza, nelle forme e nei colori. Bijouterie5 è nata per gioco, mi dicevi. Cerchietto in argento 925 dorato con dettaglio floreale in ottone e goccina in acquamarina Per me era un bel passatempo ma sia mia madre che il mio fidanzato dell’epoca – attuale marito – mi hanno incoraggiata e sostenuta. Mia madre mi ha aiutata sempre con saggi consigli di stile; mio marito, invece, con le prime vendite online. Un anno dopo abbiamo aperto un piccolo negozio a Bari ed è stata una bellissima esperienza. In molti apprezzavano il fatto che si trattasse di vero artigianato e con alcune clienti ho instaurato un rapporto amichevole che continua a durare nel tempo. Da allora, ho ricevuto proposte di collaborazione da più zone d'Italia e persino dall'estero. Raggiungere questo traguardo mi ha reso davvero felice. Mi hai detto che in quel periodo hai imparato ad ascoltare il cliente e a non trattarlo come tale. Cosa intendi, esattamente? Mini pochette in rafia color panna realizzata all'uncinetto con dettagli in turchese grezzo e ottone A mio avviso non bisognerebbe mai imporsi o premere sulla vendita ma saper consigliare degli abbinamenti lasciando che il cliente faccia la scelta giusta per sé, uscendone convinto e felice. Per me si acquista col cuore, non con la testa. Condivido a pieno la tua visione. ♥︎ Ho notato che, tra le varie immagini del tuo profilo Instagram, appaiono spesso dei bozzetti. Orecchini con montatura floreale in ottone e perno in argento 925 e pietre dure in : turchese, perle di fiume e gocce in agata arancio Il disegno è stato il mio primo amore. Da bambina sognavo di fare la stilista e mi bastava avere carta e penna per non annoiarmi. Spinta dalla passione per il disegno, ho frequentato il liceo artistico affinando, così, la tecnica. Ad oggi passo spesso le mie idee su carta per dargli un ordine visivo e per immaginare meglio il prodotto finito. Disegnare, creare, concepire abbinamenti tra accessori e vestiti…son tutte cose che mi fanno stare bene. In un certo senso mi rendono libera. Un senso di libertà che, a mio avviso, è un po’ insito nel tuo stile così carico di elementi naturali… La natura è, infatti, una delle mie ispirazioni più grandi; il mare e i fiori le mie principali muse. Puoi scorgerli spesso nelle montature o nelle piccole basi in ottone che utilizzo per realizzare i miei orecchini. Orecchino con montatura tonta e superficie irregolare in ottone e perno in argento 925 con perla scaramazza E poi come non trovare ispirazione nella natura e nel nostro bellissimo territorio? Quest'anno ho dedicato alla nostra bella Puglia alcuni modelli con montature a forma di fico d'india . Li adoro! In linea di massima, al di là dell’uniformità dello stile, si tratta per me di un lavoro di cuore . Per quello tra le mie creazioni trovi accessori a volte classici, a volte più “simpatici”, come le nappine in rafia e le conchiglie. https://www.facebook.com/bijouterie5bari/ https://www.instagram.com/bijouterie5/

  • 4 volti femminili tra i dipinti ad olio di Alessandro Cerato

    Tra i dipinti ad olio di Alessandro, spiccano volti dai colori insoliti e ornati di elementi acquatici e floreali. Donne di altri tempi riaffiorano sotto una nuova luce. Irma (Olio e oro su carta, 40x50 cm) Alessandro - Non mi ispiro mai a una persona o a un personaggio in concreto. Al contrario, mi lascio ispirare dal momento: durante il processo creativo, il mio dipinto si sincronizza con ciò che sto pensando o ascoltando. Johanna (Olio su carta, 40x50 cm) Così, ad esempio, hai dedicato un tuo dipinto a Johanna Bonger. Ascoltando un podcast, mi sono imbattuto nella storia di Johanna Bonger. Alla morte di Vincent Van Gogh (che era suo cognato), ereditò il 99% dei suoi dipinti e si prodigò alla promozione degli stessi per i trent’anni che ne seguirono. Chissà se avremmo conosciuto Notte stellata anche senza il suo contributo! Eheh, chi può saperlo! Osservavo il ritratto della partigiana Irma Bandiera: le foto e la narrazione storica ci restituiscono un’immagine piuttosto diversa. In generale, dedicando i miei ritratti a determinati volti della storia, non ho il desiderio di farne una copia fedele o di raffigurarne il tratto storico più saliente. Piuttosto, ne esalto quello meno decantato o ne immagino uno. Più che ritratti, in effetti, sono reinterpretazioni. Arrestata nell’agosto del '44, Irma Bandiera fu seviziata dai nazifascisti per sei giorni e sei notti. Fu persino accecata con una baionetta ma resistette senza parlare, salvaguardando i suoi compagni. L’indice che preme sul labbro inferiore rimanda alla sua sensualità (mi ricorda le dive dell’epoca). Anche il giallo e il giallo arancio – così imperanti sulla tela – sono in netto contrasto con la tragica fine per cui è nota. Roxana (Olio su carta, 40 x 50 cm) Come quella della principessa della Battriana: mi permetto di rinominare quel dipinto con “The dark side of Rossane”. Ha senso. Il caso della moglie di Alessandro Magno mi ha sempre incuriosito molto: il fatto che fosse la figlia di un governatore di una provincia della Battriana (antica regione storica dell'Asia centrale) strideva – a mio avviso – a ccanto alla magnificenza e al potere del re macedone. È pur vero che era descritta, dai suoi contemporanei, come la donna più bella di tutta l'Asia. Forse questo spiega tutto. Tuttavia non le mancò un lato cupo: dopo la morte di Alessandro Magno (323 a.C.) ordinò di uccidere le altre mogli del marito consolidando la sua posizione e quella del figlio nascente (Alessandro IV, nonché legittimo erede). Layla (Olio su carta, 40x50cm) Layla, invece… …è un mio tributo a Eric Clapton nonché il titolo di una nota canzone pubblicata nel 1971 dai Derek & The Dominos (di cui Clapton era il frontman ). Sotto lo pseudonimo di Layla si celava Pattie Boyd (l’allora moglie di George Harrison) che tornò ad essere sua musa ispiratrice qualche anno dopo nella composizione di Wonderful Tonight . Grazie per questa breve ma intensa esplorazione, Alessandro . :)

  • Un’oasi di relax piena di libri: il Mondadori Point di Ilaria Trotta

    Da sempre amante della lettura, oggi è circondata da tante copertine colorate e inebriata dal profumo dei libri. Essere riservata non le impedisce di avere un ottimo rapporto col pubblico: con empatia e gentilezza, Ilaria cerca di intercettare i gusti dei suoi clienti e di venirgli incontro. Tre anni fa alcune cose sono cambiate e ha sentito il bisogno di riavvicinarsi da Roma alla sua terra. Da due anni gestisce il Mondadori Point a Gravina in Puglia. Ilaria Trotta del Mondadori Point di Gravina in Puglia - Photo Credit: Lorenzo Ciaccia Ti è sempre piaciuto leggere, mi dicevi. Sin da quando ero piccola. La prima saga che ho letto è stata Harry Potter (di cui sono una grande fan). Di lì il mio periodo fantasy con Twilight , Le cronache di Narnia … Poi è stata la volta del Young Adult e dei generi più disparati sino a riscoprire, negli ultimi tempi, i gialli in stile Agatha Christie. E ti piace molto Jane Austen. La adoro. Penso sia un’ambasciatrice – ancora molto attuale – dell’importanza della donna nella società. La sua Elizabeth Bennet? Un personaggio estremamente moderno. A distanza di due anni dall’apertura della tua libreria, sono ancora in tanti a ringraziarvi. “Menomale che ci siete”, è quello che dicono più spesso. Che meraviglia! *-* Sei stata molto determinata nel perseguire questo obiettivo, vero? Il sostegno della mia famiglia e un flusso positivo di eventi sono stati importanti, questo è certo. Dal mio canto ci ho creduto e, con la convinzione e motivazione che avevo, era impossibile dare ascolto ai classici luoghi comuni secondo i quali in questo paese “nessuno legge”. Al contrario, l’apertura del Mondadori Point è stata percepita come una benedizione e da quel momento i ringraziamenti non sono mai finiti. Tendo a pensare che il senso di gratitudine diffuso tra la tua clientela sia strettamente legato al tuo modo di accoglierla. Forse sono riuscita nel mio intento: il mio obiettivo non era solo quello di aprire un negozio di libri. Volevo creare un ambiente familiare, in cui le persone potessero sentirsi a casa, un’oasi dove potessero trattenersi, distendersi, scambiare una chiacchiera, parlarmi di sé. Son proprio le persone con cui interagisco a darmi le soddisfazioni più grandi. Ad esempio, vedere un bambino che esce felice dalla libreria brandendo un libro che desiderava da tempo è davvero bello. Foto scattata a conclusione del Trekking Letterario "Tutta colpa di Jack London" organizzato dalla guida escursionistica AIGAE Ezio Spano Il tuo amore per i libri funge da base per un work in progress costante. Assolutamente. Si tratta di un lavoro tutt’altro che routinario, tra nuovi visitatori e clienti assidui, grandi classici e ultimi arrivi. Tra le tante cose, ho imparato ad intercettare i gusti del mio pubblico. Bisogna essere sempre aggiornati sulle novità che si diffondono sui vari social, tra cui Tik Tok con il fenomeno dei BookTokers (per inciso, i ragazzini sono i nostri clienti più assidui). Cosa non meno importante: ho imparato a non aver fretta. Col tempo si impara tutto. Vero. ♥︎ Sono felice che abbia partecipato a Le Microinterviste, Ilaria! Grazie di cuore. Ad maiora ♥︎ Resta aggiornato sulle novità del Mondadori Point di Gravina in Puglia: ☛ https://www.facebook.com/mondadoripointgravinainpuglia ☛ https://www.instagram.com/mondadoripointgravina/ ☛ https://www.instagram.com/ilatrotta/ ps: se anche a te interessa il fenomeno dei BookTokers, sappi che Ilaria sta dedicando ben due mensole del settore Young Adult ai libri consigliati su Tik Tok. Tra questi, i più venduti, sono Fabbricante di lacrime , It ends with us e Kiss me like you love me .

  • Le infinite possibilità nell'arte di Michele Desiderato

    In un suo quadro, il volto della Ragazza con l’orecchino di perla si apre in uno squarcio occupato dalla scritta ‘veemente’. Nelle sue tele appaiono qua e là aggettivi, frasi fatte o espressioni di semplice uso quotidiano che, mescolati all’ artbrut e alla streetart , formano collage caotici in cui mi ci perdo volentieri, quasi sempre sorridendo e pensando. “Vacanze di primavera” di Michele Desiderato - Tecnica mista su tela 60x80 Come mi dicevi, hai un bel ricordo della fase formativa con il M° Giuseppe Signorile (1927-2016). Artista, prima che maestro, Signorile aveva conosciuto Picasso, De Chirico e altri importanti esponenti dell’arte pittorica di tutta Europa. La sua personalità era un po’ bizzarra e le sue lezioni caotiche. Eppure, in quel caos, ho imparato tanto. Inoltre, ricordo la sua bottega – L’Ippogrifo – come un fantastico melting pot : era frequentato dalle persone più disparate e questa diversità la rendeva un posto unico. “Non è tanto il freddo ma l’umidità” di Michele Desiderato - Tecnica mista su tela 70x80 Un laboratorio che hai faticato un po’ a trovare… La maggior parte degli atelier in cui mi ero imbattuto prima erano focalizzati sulla ritrattistica. Ma non ero – e continuo a non essere – interessato a quel tipo di approccio. Poi ho trovato in internet un annuncio di  un’artista che stimo molto e che, allora, era un’allieva del maestro Signorile, Silvia Belviso. Finalmente, scoprii un contesto a me più affine. Delle lezioni del maestro Signorile, ce n’è una che ricordi in modo particolare? Quella sui tre requisiti fondamentali che contraddistinguono un’opera d’arte: la tematica , che è il soggetto dell'opera; la problematica , cioè la tecnica con cui la si realizza, e la poetica , ovvero il significato della stessa, quel che vuole comunicarci. Uno dei quadretti che troverai al PULP , a Bari. in Via Pasquale Fiore 22. Vedo molta poetica nelle tue opere. Ma su questo resto piuttosto criptico. Preferisco che il fruitore dell’opera ci veda quel che vuole innescando in sé stesso una sorta di lavoro introspettivo. Così nascono infinite possibilità di interpretazione. E questo vale anche per le frasi che inserisci nelle tue creazioni. Assolutamente. Negli ultimi tempi ho deciso di estrarne alcune e di dipingerle su delle piccole tele che espongo nel mio locale (PULP - La libreria dei cuori infranti).  Moltissimi visitatori le fotografano, ci si fanno dei selfie. Poi chiedono spiegazioni, e spesso non gli vengono date. Che bella questa novità del locale! Cercavo uno spazio che potesse diventare anche un laboratorio artistico e uno spazio espositivo in cui far ruotare le mie opere.  Ne volevo uno silenzioso, dove poter bere un drink e chiacchierare con musica jazz di sottofondo.  “Advance” di Michele Desiderato- Acrilico su tela 80x120 Il tuo stile ricorda molto quello di uno dei più importanti esponenti del graffitismo americano, Jean-Michel Basquiat (1960-1988).  L’ho scoperto grazie all’occhio esperto di un’amica, anni fa. Poi me l’hanno fatto notare in tanti, e non posso che esserne contento.  Sembra che Basquiat disegnasse come un bambino, e in questo mi ci ritrovo: è il mio modo d i guardare le cose , semplificandole con occhio sincero, diretto.  La mostra che ricordi con più piacere… ? “ArtBrut22”. L’omonimo collettivo organizza  laboratori volti a promuovere percorsi di inclusione sociale, includendo i membri del Gruppo Phoenix, un ente di riabilitazione psichiatrica di Rutigliano (BA). “E.I.A. Cultur Art” di Mcihele Desiderato - Tecnica mista su tela 50x70 Le opere sono sempre esposte e accessibili a tutti sia online che all'interno delle sedi del Gruppo Phoenix. Come noterai, il loro sito web offre alla vista un bellissimo pot-pourri  di tecniche e mondi creativi ( http://www.artbrut22.com/artists ).  L'ho visitato, e mi ci sono persa volentieri (ho amato tantissimo il Peroni Robot) :D Grazie di cuore per la condivisione, Michele. A presto. :)  Scopri l'arte di Michele Desiderato. Visita i suoi profili social: https://www.instagram.com/cussieumiky8/ https://www.facebook.com/Cussieumiky8/ Vuoi visitare PULP - La libreria dei cuori infranti? Clicca qui .

  • I primi passi per diventare stuntman - Uno sguardo oltre il ciak con Giuseppe Calculli

    Salti, soffocamenti e combattimenti: potremmo riassumere così il corso di “Stunt & Film Fighting” che Giuseppe Calculli ha seguito negli ultimi mesi presso la Stunt Gym Boutique di Milano, ma sarebbe una sintesi ingiusta. Quel percorso rappresenta uno spazio in cui affrontare paure, uscire dalla comfort zone e abbracciare nuovi punti di vista. Nelle prossime righe, planeremo sul mestiere più rischioso del cinema, per scoprire da vicino emozioni e curiosità spesso trascurate: quelle che animano il mondo di uno stuntman. Dalla comfort zone si esce anche saltando. 😀  Sì, e viene anche un po' di fifa, ma la motivazione è più grande.  A infondere sicurezza, poi, ci sono gli insegnanti con le loro competenze e i compagni di corso immersi nella stessa avventura. Ci si fida a vicenda e, insieme , si superano le paure.  Ho visto un reel, sul tuo profilo Instagram, in cui simuli un soffocamento. Quelli erano gli esercizi preliminari: il sacchetto della spazzatura era "solo" poggiato sul viso. Poi arriva il momento in cui bisogna infilarci la testa, e non è il massimo, soprattutto se sei un po' claustrofobico come me. Ancora una volta, la complicità ha un ruolo centrale. La sfida che ti ha emozionato di più.   Memorizzare in poche ore un combattimento tratto dal film Kingsman: Secret Service . Temevo di non riuscirci, e il passaggio da un bastone di gomma a un ombrello vero e piuttosto ingombrante mi ha un po’ spiazzato. Ma ce l’ho fatta ed è stata una bella soddisfazione.  Dalla preparazione al grande schermo: come riassumeresti questo passaggio? Con un esempio concreto: l’inseguimento di 15 minuti che puoi ammirare nel film Furiosa: A Mad Max Saga  è stato realizzato in 78 giorni di riprese e con il lavoro di circa 200 stuntmen.  Soffermandomi sullo stesso franchise, rifletto su un altro aspetto del lavoro dello stuntman: a volte, per questioni di tempo e budget, si ha soltanto una possibilità di riuscita. Questo accade in Mad Max: Fury Road , dove lo stuntman che guida il camion riesce a ribaltarsi e a fermarsi nel punto esatto al primo tentativo. Ho visto il video del backstage di quella scena… Help! :D Immagino ci sia qualcuno preposto alla sicurezza degli stunt. È lo Stunt Coordinator che, oltre a pianificare e organizzare gli stunt, assicura che tutte le scene d'azione vengano realizzate usando le attrezzature adeguate e adottando tutte le precauzioni del caso.  Una leggenda dello stunt. Avendo citato poco fa le attrezzature, direi Dar Robinson.  Oltre ai suoi 19 record mondiali e 21 primati, Robinson ha introdotto nello stunt il deceleratore, ovvero un dispositivo che permette di riprendere una caduta dall’alto senza mostrare l’airbag posizionato a terra.  Inoltre, esperto in diverse discipline acrobatiche, non si è rotto un solo osso in 19 anni di onorata carriera.  Facendo delle ricerche, ho notato che nel settore ci sono molti artisti poliedrici.   Uno tra questi è senza dubbio l’eroe della mia infanzia, Jackie Chan: attore, artista marziale, stuntman, produttore cinematografico, regista, sceneggiatore, doppiatore e cantante.  Provavo ad imitarlo e mi divertivano molto gli errori di scena montati tra i titoli di coda. Pensavo fossero delle gag. Oggi so che sono il risultato di un duro e lungo lavoro. Degni di nota sono anche Jet Li e Tony Jaa. Entrambi riescono a riprodurre combattimenti pazzeschi in cui tecnica, velocità e creatività si fondono in un’unica scena. Il tutto, senza alcun espediente tecnologico.  Credo che riguarderò Romeo non deve morire . ❤ Ti va di consigliarmi una saga?  John Wick  con gli stunt di Keanu Reeves. Nei primi quattro capitoli, l’attore ha dato tutto sé stesso, anche rischiando la vita (penso alla scena in cui corre a cavallo nel traffico di New York in John Wick 3: Parabellum ). Oggi, in vista del V capitolo, pare stia indicando quali stunt è disposto a fare e quali no. Riconoscere i propri limiti mi sembra una vera e propria qualità.  Per questa prima immersione nello stunt, ti sei recato a Milano diverse volte nell’arco di 8 mesi.  Sì, ed è stata una fortuna. A tal proposito, ringrazio Simone Belli (Stunt Coordinator), Salvatore Bulferi e i compagni che con me hanno seguito il corso “Stunt & Film Fighting” presso la Stunt Gym Boutique di Milano (2024-2025). Al momento, la formazione in questo settore è concentrata a Roma e a Milano. Sarebbe bello se si estendesse anche tra Bari e dintorni.  Te lo auguro. ❤ Grazie per aver condiviso tutto questo, Peppe. Qui puoi vederlo alle prese con alcune esercitazioni , tra soffocamenti , combattimenti  e cadute . Leggi anche la nostra prima intervista: " Credere in sé stessi stando bene con chi ci circonda – Giuseppe Calculli si racconta " .

  • Credere in sé stessi stando bene con chi ci circonda – Giuseppe Calculli si racconta

    Da piccolo passava ore davanti alla tv, imparando a memoria una serie di scene tratte dai film: imitare atteggiamenti e voci dei personaggi più disparati gli risultava naturale. Fino ai 14 anni, però, ha tenuto per sé la passione per la recitazione perché era molto timido. Oggi, facendo comparse tra set italiani e americani, Giuseppe Calculli si evolve nel suo percorso assumendo, di volta in volta, una nuova consapevolezza di sé e del mondo circostante. Giuseppe Calculli - Attore Alle superiori le cose sono cambiate… I miei compagni di classe apprezzavano moltissimo le mie imitazioni. Far divertire gli altri mi faceva stare bene. Una volta finita la scuola, ho partecipato ad un talent organizzato nella mia città, dimostrando a me stesso e alla mia famiglia che questo è il lavoro che devo fare e per cui sono nato. Così hai iniziato a partecipare ad alcuni casting. Di lì la tua prima comparsa in Tolo Tolo di Checco Zalone. Mi sembrava di sognare ad occhi aperti: finalmente vedevo il mondo del cinema da vicino. Stando su un vero set con attori e con l’intero staff ho imparato il significato della professionalità. Ricordo con particolare piacere anche le comparse fatte ne L'ultimo paradiso di Rocco Ricciardulli. Indossare gli abiti dei braccianti degli anni ’50 è stato a dir poco emozionante. Facendo comparse ti sei imbattuto nell’accademia Obiettivo Successo di Cinzia Clemente. È stato un passaggio molto bello e importante del mio percorso: grazie a questo incontro, ho recitato nei miei primi spettacoli teatrali imparando molti aspetti del mestiere dell’attore, allenando la memoria e godendo dell’energia del pubblico. Alle prime comparse sono seguite alcune figurazioni speciali, come ne Le indagini di Lolita Lobosco . In quell’occasione ho capito l’importanza della concentrazione. A volte si può passare per antipatici perché ci si isola dal resto del cast, ma trovare il focus prima di recitare è fondamentale per alcuni attori e mi sembra giusto rispettare questa necessità. Anche lavorare come Assistente dell’Organizzatore Scene di Massa ti ha permesso di capire quanto lavoro c’è dietro la realizzazione di un film. Dietro la ricerca di circa cento figurazioni c'è davvero tanto lavoro. Pensa che in alcuni set hollywoodiani, a volte, ne servono più di mille. Giuseppe Calculli, comparsa sul set della serie tv Fino all'ultimo battito La tua passione è stata ulteriormente rafforzata negli ultimi tempi… Quando a mia madre è stata diagnosticata una patologia che presenta sia i sintomi della SLA che del Parkinson ho riflettuto su molti aspetti della vita. È come se, da quel momento, le dessi un motivo per lottare contro questa malattia proprio col mio lavoro e raggiungendo i miei obiettivi. In qualche modo voglio renderla orgogliosa. Grazie di cuore, Giuseppe ! ♥︎

  • L'idromele della Bjørn Ravnen Meadery

    In antichità l’idromele era una bevanda comune tra i Norreni, sebbene sia passata alla storia come la “bevanda degli dei”. Bjørn Ravnen lo produce già da diversi anni e il suo prossimo obiettivo è fondare la propria distilleria. Quando hai realizzato l’idromele per la prima volta? Nel 2009. Da quel momento ho sperimentato una serie di dosaggi – tra quantitativo di miele e tempi di fermentazione – affinché il mio idromele avesse un gusto dolce e gradevole. Preferisco che sia liquoroso e che si aggiri tra i 15° e i 18°. Continuo a sperimentare con nuovi dosaggi e mi piacerebbe farlo anche con tipologie di miele che non ho ancora assaggiato. A tal proposito, vorrei caratterizzare la mia meadery con una ricerca del miele estesa a più territori: mi affascina l’idea di poter confrontare il gusto di un millefiori ottenuto in Italia con uno realizzato nell’Europa Orientale e vedere come questo influisce sul prodotto finale. L’idromele può essere ottenuto fondamentalmente in due modi. Esatto. Uno è più vicino al metodo originario e l’altro, più contaminato, prevede l’aggiunta di alcool. Io sposo il metodo antico puntando al miele di buona qualità. Il tuo marchio è in lingua norrena. Come mai? Dopo una prima fase di produzione son stato fermo per diversi anni. L’ho ripresa con la conversione al culto norreno, avvenuta nel 2018. Il nome del mio brand , infatti, coincide col mio nome spirituale: bjørn (‘orso’) e ravnen (‘corvo’), ovvero i miei due animali guida associati al dio Odino. In Portogallo hai scoperto anche la lavanda selvatica. Esatto, ed è stata un’esperienza importante perché mi ha aperto a nuovi orizzonti: per la prima volta pensai di elaborare delle varietà di idromele con erbe, spezie e frutta. Di lì la ricetta del mio Kiss of Freya , al gusto di fragola e vaniglia con note di lavanda selvatica. “ll bacio di Freya” (dea dell’amore nel culto norreno) mi è sembrato il nome ideale per un idromele dal gusto dolce. Se ad oggi dispongo di una varietà balsamica, una fruttata e una erbosa lo devo anche a quell’esperienza di vita. Dove ti piacerebbe realizzare la tua distilleria? In un qualsiasi posto in cui ci siano delle buone premesse per avviare un’attività, tra aspetti burocratici e culturali. Ho un grande spirito di adattamento e sono disposto a raggiungere le destinazioni più disparate. È pur vero che le esperienze di vita avute tra Europa Orientale, Europa del Nord e Stati Uniti mi portano a propendere per quei luoghi. Nell’Europa dell’Est e del Nord l’idromele non è una bevanda insolita e questo aspetto potrebbe rivelarsi positivo per la mia attività. Anche il Portogallo calzerebbe a pennello per la sua cultura del miele e dei mercati agroalimentari. Ad ogni modo sono convinto che, più di ogni cosa, conti il mio impegno. La dedizione è la ricetta che si muove ovunque. Sono curiosissima d’assaggiare le tue creazioni! Grazie mille per aver partecipato e in bocca al lupo per tutto! ♥︎ Links! 🔽 https://www.facebook.com/bjornravnenmeadery/ https://www.instagram.com/bjornravnenmeadery/ Ps: Bjørn Ravnen produce anche splendide collane ▼ https://giovannacatanzarob.wixsite.com/myblog/post/la-nine-worlds-art-di-bj%C3%B8rn-ravnen

  • La Nine Worlds Art di Bjørn Ravnen

    Nella tradizione pagana, le vite degli dèi spiegano come l’universo sia diviso in nove mondi e come in tutto l’esistente regnino gli equilibri della natura. Per Bjørn Ravnen, se gli elementi che costituiscono un accessorio sono ben bilanciati tra loro, sono in armonia anche con la natura circostante. Diaspro, Occhio di tigre, acciaio. Il concetto di armonia è piuttosto centrale nella tua attività d’artigiano. Nei miei accessori cerco di creare un bilanciamento estetico ed energetico. Inoltre, chiedo informazioni sia sulle circostanze che portano alla loro creazione, sia sulle caratteristiche dei loro destinatari. Voglio che le mie collane siano in equilibrio con chi le indosserà. Agata azzurra e Legno (con cordino elastico). Hai iniziato confezionandone uno per te, mi dicevi. Circa sei anni fa, ero alla ricerca di accessori che si distinguessero un po’ da quelli presenti sul mercato. Gli accessori “da uomo” non mi davano grandi possibilità di scelta. Così ho acquistato un kit per il modellismo e, intagliando il legno di cocco, ho realizzato il mio primo bracciale da avambraccio. Ho lavorato solo con legno di cocco e plastica fino al 2019. Poi, ispirato da una persona per me importante ho deciso di inserire nel mio processo creativo anche pietre naturali e ossa animali. Agata rossa, Ametista, acciaio. Zanne e ossa animali arrivano con l’avvicinamento al culto norreno. Esatto. In questo culto, zanne di cinghiale e ossa animali simboleggiano il rispetto tanto per la vita quanto per la morte. Portarli con sé è un’umile forma di rispetto verso l’animale di cui facevano parte; è un po’ come mantenerlo vivo. Come potrai dedurre, inglobare questi elementi nelle mie creazioni è stato un momento importante. Negli ultimi anni ho ascoltato diverse teorie e opinioni sull’utilizzo delle pietre. Qual è il tuo punto di vista sull’argomento? Agata brasiliana azzurra, Angelite, Turchese bianco, acciaio. Credo nelle energie delle pietre e penso che aiutino solo da un punto di vista energetico. Simboleggiano, in qualche modo, un incentivo a fare qualcosa o a muoversi in una direzione piuttosto che in un'altra. Per me rappresentano una sorta di aiuto spirituale. Distante dal mio modo di vivere e lavorare con questi materiali, invece, è l’idea che un talismano in pietra, legno e ossa possa fornire una cura o un rimedio a problemi fisici. Grazie mille per aver partecipato ancora una volta, Bjørn! I links di Nine Worlds Art ▼ https://www.facebook.com/nineworldsart https://www.instagram.com/nine.worlds.art Ps: Bjørn Ravnen mi ha parlato anche della sua produzione di idromele. Per saperne di più, clicca qui! ▼ https://giovannacatanzarob.wixsite.com/myblog/post/l-idromele-della-bj%C3%B8rn-ravnen-meadery

  • Le 1000 gru di Tania Ianora - L'arte dell'origami a Gravina in Puglia

    Detta anche orizuru (lett. ‘gru piegata’), la gru di carta realizzata tramite l’antica tecnica dell’origami corrisponde alla rappresentazione della gru della Manciuria. Secondo la cultura giapponese, può vivere fino a mille anni e per questo assume un significato speciale. Tania ne ha realizzate mille. Si tratta di un traguardo importante per gli origamisti. Perché? Secondo la leggenda, realizzarne mille porterebbe fortuna e prosperità: si crede che la gru viva mille anni e, per questo, sarebbe un animale forte. Inoltre è monogamo, quindi rappresenta la fedeltà e la felicità di coppia. Ma il mio legame con le gru di carta non si limita a questo. Ogni anno le orizuru vengono portate in segno di pace e speranza presso il Genbaku no ko no zō (lett. "Statua ai bambini colpiti dalla bomba atomica") situato ad Hiroshima. Portare mille orizuru in quel luogo ne alimenta la forza simbolica, ribadendo il messaggio di pace di cui è portatore. Fui molto colpita da questa scoperta e da allora il mio desiderio è poter partecipare a quel gesto con le mie gru. Wow, realizzarne mille non sarà stato semplice. Ci ho messo 4 anni. Per produrre un origami ci vuole una buona dose di tempo, pazienza e concentrazione, estraniandoti dalla realtà circostante e sgombrando la mente da ogni pensiero. Per festeggiare e condividere questo traguardo, hai organizzato un evento presso la Big Bench di Dolcecanto (BA). Come mai hai scelto proprio quella location ? In quel luogo ho avuto sensazioni positive sin da subito: la mera possibilità di potermi trovare lì mi è sembrata "un dono". La gru di carta porta con sé un significato legato alla condivisione e lo scenario in cui è immersa la Big Bench mi è sembrato il luogo ideale affinché questa avvenisse. Mi hai detto che i clienti rappresentano, per te, una grande fonte di ispirazione. Ispirazione, sprono e scoperta : mi aiutano a provare cose nuove, a non "cullarmi" su quello che ho già fatto. Venire incontro alle loro richieste per soddisfare al meglio le loro necessità mi porta a fare delle ricerche e a trovare nuove soluzioni. Se c’è una cosa che adoro del mio lavoro è proprio la possibilità di personalizzare ciò che produco in ogni minimo dettaglio. Sono ulteriormente contenta quando questo processo avviene per completi estranei che mostrano piena fiducia verso i miei gusti e le mie soluzioni artistiche, come gli acquirenti conosciuti tramite i social, a cui devo molto. Non vedo l'ora di indossare gli orecchini con le tue preziose gru! Ti ringrazio, Tania! Ps: con la tecnica dell’origami, Tania produce anche barchette e cuori. Questi, assieme alle gru, possono essere inserite in orecchini, bomboniere, articoli da regalo e molto altro ancora. Da’ un’occhiata alle sue creazioni! ⏬ https://www.instagram.com/taniaianoraaccessori/ Se questa Microinterevista ti è piaciuta, forse potrebbe interessarti anche▼ https://www.giovannacatanzaroblog.com/post/leaf-thief-foglie-e-fiori-da-indossare

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